Disturbi intestinali da stress: come riconoscerli e cosa fare?

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I disturbi intestinali da stress rappresentano una manifestazione sempre più comune del legame profondo tra mente e corpo, riflettendo quanto le emozioni possano influenzare il benessere fisico. Quando siamo sottoposti a stress prolungato o ad ansia intensa, il nostro intestino – spesso definito come il “secondo cervello” – può risentirne in maniera significativa, manifestando sintomi che vanno ben oltre il disagio fisico, coinvolgendo anche la qualità della vita quotidiana.

Questa connessione, basata sull’interazione costante tra il sistema nervoso centrale e l’intestino, sottolinea l’importanza di affrontare non solo i sintomi, ma anche le cause profonde del malessere.

In questo articolo esploreremo le ragioni alla base di questa relazione, soffermandoci sull’importanza del microbiota intestinale e sull’asse intestino-cervello, per poi analizzare i sintomi più comuni e i rimedi naturali che possono essere adottati per migliorare la situazione.

Asse intestino-cervello: perché quando ci stressiamo è l’intestino a risentirne?

Donna sdraiata a casa sul fianco con crampi addominali.

L’intestino non è solo un organo deputato alla digestione: è un complesso centro regolatore del nostro equilibrio psicofisico, capace di comunicare costantemente con il cervello attraverso quello che viene definito l’asse intestino-cervello.

Questo sistema bidirezionale di comunicazione coinvolge segnali neuronali, chimici e ormonali, che permettono al sistema nervoso centrale e al sistema nervoso enterico di influenzarsi reciprocamente.

L’intestino, popolato da una rete intricata di neuroni, viene spesso chiamato “secondo cervello” proprio per questa capacità di regolare molte funzioni che vanno ben oltre la digestione.

In situazioni di stress cronico, l’equilibrio di questo asse può essere compromesso. La risposta dello stress, inizialmente progettata per fronteggiare situazioni di emergenza, quando si prolunga nel tempo diventa dannosa. Si osservano alterazioni nella motilità intestinale, un aumento della permeabilità della barriera intestinale e cambiamenti nella composizione del microbiota.

Tutto ciò si traduce in sintomi come infiammazioni, crampi, diarrea o stitichezza, rendendo evidente quanto il benessere mentale e fisico siano interconnessi. Comprendere e gestire questo legame è essenziale per affrontare in modo efficace i disturbi intestinali legati allo stress.

Microbiota intestinale: cos’è e perché è così importante mantenerlo in salute?

Il microbiota intestinale è una comunità complessa di miliardi di microrganismi che vive nel nostro intestino e che svolge un ruolo cruciale per il nostro benessere. Questo ecosistema non solo regola la digestione e l’assorbimento dei nutrienti, ma influenza anche il sistema immunitario e, tramite l’asse intestino-cervello, il nostro equilibrio emotivo. La sua importanza è tale che spesso viene definito come un organo virtuale per la sua influenza sistemica sull’organismo.


Lo stress cronico rappresenta uno dei principali fattori di squilibrio del microbiota, conducendo a una condizione nota come disbiosi. In presenza di disbiosi, la flora batterica si altera, diminuendo la presenza di batteri benefici e favorendo la proliferazione di microrganismi nocivi. Questo squilibrio può amplificare i sintomi gastrointestinali, rendendo l’intestino più suscettibile a infiammazioni e alterazioni funzionali. Inoltre, la disbiosi è spesso correlata a stati di ansia e depressione, dimostrando come il microbiota possa influenzare il nostro stato d’animo.


Per mantenere un microbiota sano, è fondamentale adottare uno stile di vita equilibrato. Una dieta ricca di fibre, come quelle presenti in frutta, verdura e cereali integrali, aiuta a nutrire i batteri benefici. Gli alimenti fermentati, come lo yogurt e il kefir, sono fonti naturali di probiotici, microrganismi vivi che contribuiscono al ripristino dell’equilibrio del microbiota. Allo stesso modo, i prebiotici – sostanze non digeribili presenti in alimenti come aglio, cipolla e banane – favoriscono la crescita di questi batteri buoni.

Mantenere il microbiota in salute non è solo un passo per ridurre i sintomi gastrointestinali, ma rappresenta una strategia preventiva per il benessere mentale e fisico a lungo termine.

Come si presentano i disturbi intestinali da stress?

I disturbi intestinali da stress possono manifestarsi in modi diversi e coinvolgere sintomi di varia intensità. La diarrea da stress è una delle manifestazioni più comuni, caratterizzata da episodi ricorrenti spesso legati a situazioni di tensione emotiva.

Questo sintomo, per quanto fastidioso, rappresenta una risposta dell’organismo a uno stato di iperattivazione del sistema nervoso, che altera la normale motilità intestinale. Dall’altra parte dello spettro, alcune persone possono soffrire di stitichezza, una condizione che riflette una paralisi funzionale dovuta all’ansia cronica.

Ragazza seduta sul divano di casa con dolori all'addome per stress.

Il mal di pancia psicosomatico, un dolore addominale senza una causa organica evidente, è un altro sintomo tipico. Questo tipo di disagio può essere accompagnato da una sensazione di gonfiore, crampi addominali e meteorismo, che amplificano il senso di malessere generale.

Nei casi più estremi, lo stress può provocare gastrite, un’infiammazione della mucosa dello stomaco che si manifesta con bruciore, nodo allo stomaco e difficoltà digestive. Altri segnali di disagio includono nausea persistente e, in alcune circostanze, episodi di vomito associati a stati d’ansia intensa.


Questi sintomi, se non trattati, possono diventare cronici e compromettere seriamente la qualità della vita. Distinguere i disturbi intestinali da stress da altre condizioni gastrointestinali richiede un’analisi approfondita, spesso supportata da un consulto medico. Tuttavia, riconoscere il legame tra sintomi fisici e stati emotivi rappresenta un primo passo fondamentale verso una gestione efficace del problema.

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Cosa fare per rimediare in modo naturale

Dettaglio di un uomo che pratica yoga a casa.

Affrontare i disturbi intestinali da stress richiede un approccio globale, che integri interventi sul piano fisico e su quello emotivo. Le tecniche di rilassamento, come la respirazione diaframmatica, la meditazione e lo yoga, sono strumenti efficaci per ridurre lo stress e promuovere uno stato di calma interiore.

Queste pratiche aiutano non solo a migliorare il benessere mentale, ma anche a regolare la funzionalità intestinale, riducendo sintomi come crampi e gonfiore.

Il massaggio addominale rappresenta un altro rimedio naturale che può alleviare la sensazione di pesantezza e favorire l’eliminazione dell’aria in eccesso.

A questo si aggiunge un approccio psicobiotico, basato sull’uso di probiotici specifici che contribuiscono a ripristinare l’equilibrio del microbiota e a migliorare il benessere generale. Probiotici come i Lactobacillus e i Bifidobacterium hanno dimostrato di essere particolarmente utili per alleviare i sintomi gastrointestinali legati allo stress e per promuovere un umore positivo.

Tra i rimedi naturali, l’Ashwagandha si distingue per le sue proprietà adattogene, aiutando a ridurre i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e favorendo un equilibrio psicofisico. Allo stesso modo, la camomilla, la melissa e il finocchio possono offrire un sollievo immediato dai sintomi, grazie alle loro proprietà calmanti e antispasmodiche.

Integrare una dieta ricca di fibre, combinata con uno stile di vita sano e attivo, rappresenta una strategia efficace per prevenire e alleviare i disturbi intestinali da stress. Rivolgersi a uno specialista, quando necessario, può fornire un supporto mirato per affrontare al meglio questa condizione e migliorare significativamente la qualità della vita.🤍

Dott.ssa Tania Re

Psicologa e Psicoterapeuta

La Dott.ssa Tania Re è laureata in Psicologia Clinica e di Comunità presso l’Università degli Studi di Torino e specializzata in Psicoterapia della Gestalt presso il CSTG di Milano. Ha inoltre conseguito un dottorato presso la Pontificia Università Salesiana di Roma discutendo una tesi sul trattamento delle dipendenze comportamentali e un secondo dottorato presso l’Università dell’Estremadura in Spagna con una tesi ad indirizzo antropologico sul lavoro svolto negli anni nelle comunità indigene in diversi contesti culturali focalizzato sull’uso delle
piante medicinali.

Dal 2017 lavora infatti come terapista complementare integrando le competenze in ambito psicologico e antropologico in particolare con la fitoterapia, collaborando con diverse università (Genova, Pisa, Cuba), fondazioni psico-olistiche (Anemos) e centri di
ricerca specializzati (CERFIT, CSTG, VID Art an Science, LIMMIT).

Negli ultimi anni ha focalizzato i suoi interessi di ricerca sull’utilizzo delle “piante maestre” e delle sostanze psicoattive in campo terapeutico in collaborazione con università e centri di ricerca in Europa, Stati Uniti e Sud America. In questo ambito è parte del comitato scientifico della Fondazione Psyres a Praga e di Psychdelics Europe a Bruxelles. Possiede inoltre ulteriori specializzazioni nel campo della Psicologia dello Sport e nel
trattamento dei disturbi psico-somatici.

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