Difficoltà a concentrarsi: perché succede?

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Stanchezza, sonnolenza e confusione mentale: come mai le persone fanno fatica a mantenere un buon focus attentivo sulle attività da svolgere e si distraggono facilmente? Quali sono le variabili che influenzano la capacità di concentrazione?

Sicuramente l’alto interesse o la motivazione elevata facilitano la concentrazione, ma ansia o preoccupazioni per problemi di vita quotidiana, oppure un sonno disturbato o un dolore fisico o mentale, possono causare difficoltà di concentrazione e ridurre o far perdere del tutto l’attenzione.

Memoria e attenzione: come funzionano?

L’attenzione è un processo cognitivo che permette di selezionare alcuni stimoli ambientali, ignorandone altri, permettendo di organizzare le informazioni provenienti dall’esterno e di regolare i processi mentali.

Da un punto di vista evolutivo, si tratta di un meccanismo estremamente utile ai fini della sopravvivenza dell’uomo in quanto consente di organizzare le informazioni provenienti dall’ambiente esterno, in continuo mutamento, e di regolare di conseguenza i processi mentali, soprattutto quello della memorizzazione o apprendimento. 

In generale possiamo definire l’attenzione come un filtro, che lascia passare soltanto gli stimoli rilevanti, e ciò avviene il più delle volte in modo automatico a livello dei cinque sensi, talvolta consapevolmente quando decidiamo con la mente cosa ci serve e cosa invece è inutile (Broadbent e Gregory, 1964)

L’attenzione può essere infatti diretta in modo volontario oppure in modo automatico: per esempio quando guidiamo in strade note usiamo gli automatismi dell’attenzione, mentre se guidiamo in una città nuova e vogliamo evitare divieti e ZTL, il nostro controllo attentivo si raddoppia e segue soprattutto meccanismi volontari. 

Memoria ed emozioni: il ruolo di ippocampo e amigdala

Per molti anni gli studiosi interessati alla neuropsicologia dei processi cognitivi hanno focalizzato la loro attenzione sulle basi neuronali di tali processi, soffermandosi soprattutto su percezione, attenzione e memoria.

Gli studi condotti sui processi di memoria hanno permesso di individuare le aree e le strutture responsabili dei processi mnestici e di osservare la stretta relazione tra memoria ed emozione.

Da questi studi è emerso che le strutture maggiormente responsabili nei processi mnestici sono l’ippocampo e l’amigdala, due strutture sottocorticali nel lobo temporale, facenti parte del sistema limbico.

L’ippocampo sembra giocare un ruolo primario nella formazione della memoria a breve termine, ma non nel consolidamento della memoria a lungo termine. Esso raggrupperebbe informazioni processate da altre aree cerebrali sintetizzandole in un’unica configurazione di stimoli sensoriali esterni.

L’amigdala, invece, consente il controllo dell’informazione sensoriale e l’attribuzione di un particolare significato affettivo e/o emotivo a tale informazione, permettendo di canalizzare le emozioni verso i nostri obiettivi usando al meglio sia attenzione che memoria.

Perché in alcuni momenti della vita può esserci un calo di memoria e attenzione?

Un mito da sfatare e una funzione attentiva da usare a piccole dosi è il dual task, anche definito con il termine attenzione divisa: si fa riferimento alla capacità dell’individuo di focalizzare l’attenzione su più compiti contemporaneamente.

Un problema di questa capacità è la limitazione temporale (essa è possibile solo per pochi minuti) a discapito dell’aumento di sviste o errori. Meglio, quando possibile, svolgere un compito complesso alla volta, concluderlo e poi passare ad un nuovo compito.

Infine anche le interruzioni sono un problema della vita quotidiana: quante volte veniamo interrotti da una telefonata, da qualcuno che ci bussa alla porta, o da pensieri intrusivi anche nostri? 

Lo spostamento del focus attentivo dal compito originario allo stimolo interferente, e poi di nuovo compito originario, costa molta fatica e spesso ci porta a commettere errori – omissioni o intrusioni (Treisman, 1969), per questo è importante limitare le possibili interruzioni quando si cerca di concentrarsi.

Sappiamo bene come, se rimaniamo concentrati per un tempo di almeno mezz’ora su un libro da leggere o studiare senza badare alle interferenze, questo sia già un primo passo per ricordarci ciò che stiamo memorizzando (la fase iniziale della memorizzazione è proprio l’attenzione). 

Un secondo passo (ritenzione) è la rilettura e magari anche il collegamento fra i concetti per trovare analogie o differenze. Un terzo passo è il ripasso nel tempo (recupero) per tenere a mente anche dopo ore e giorni ciò che ci serve.

Come allenare poca memoria e scarsa concentrazione? Qualche consiglio pratico

  • Dividere i tempi di concentrazione in piccoli slot di 10’ e usare questi pezzetti di attenzione già per memorizzare, e così via un’ora divisa in 6 pezzetti. Poi aumentare nel giorno successivo progressivamente i tempi di attenzione da 10’ a 12’ dividendo l’ora in 5 pezzetti, e poi così via da 12’ a 15’ dividendo l’ora in 4 quarti, e via via fino a slot di 30’.
  • Lasciare il tavolo libero da stimoli (libri e oggetti che non servono, cellulare, musica).
  • Scrivere schemi e riassunti di concetti chiave del materiale da studiare.
  • Curare il riposo e il sonno notturno.
  • Alimentarsi in modo vario e integrare quando necessario.
  • Stabilizzare le emozioni forti che possono distrarci nell’attenzione e rallentare l’apprendimento mnesico.

Rimedi per stanchezza fisica e mentale: un contributo dalla natura

Laddove per diverse problematiche neuropsicologiche/psicologiche si dovessero riscontrare dei disturbi di attenzione e mancanza di concentrazione, è possibile ricorrere ad alcuni rimedi fitoterapici che possano aumentare la concentrazione in modo naturale e ridurre la fatica fisica e mentale.

  • La Bacopa è una pianta tradizionale della medicina ayurvedica nota per le sue proprietà rilassanti, particolarmente indicata in caso di problemi di concentrazione e per migliorare la memoria. Possiede anche buone proprietà antiossidanti e neuroprotettive.
    Sono stati condotti diversi studi clinici che hanno dimostrato il miglioramento della velocità e della continuità dell’attenzione, della qualità della memoria il rallentamento del decadimento cognitivo.

  • Le bacche di Aronia, ricche di polifenoli dall’azione antiossidante, possiedono azione neuroprotettiva e favoriscono la perfusione sanguigna del cervello.
    L’aumento dei livelli di acetilcolina promosso dall’Aronia porta a un’elaborazione visiva e a prestazioni cerebrali più rapide e precise. La funzione principale è l’azione antiossidante.

  • L’estratto di Mango è un innovativo rimedio utilizzato come sostituto della caffeina perché a differenza di quest’ultima non causa tachicardia, crampi al tratto gastro-intestinale e insonnia.
    Sostiene l’energia, la concentrazione, riduce i tempi di reazione e riduce la stanchezza mentale. Anche in questo caso la funzione principale è antiossidante.

  • La Colina è importante per la formazione della guaina mielinica dei neuroni ed è fondamentale per la sintesi del neurotrasmettitore acetilcolina.

 

Broadbent, D. E., & Gregory, M. (1964). Stimulus set and response set: The alternation of attention. Quarterly Journal of Experimental Psychology16(4), 309-317.

Treisman, A. M. (1969). Strategies and models of selective attention. Psychological review76(3), 282.

Cantagallo, A. (2019). Quel tesoro del tuo cervello. Fausto Lupetti Editore.

Anna Cantagallo
Neurologa

Medico specializzato in Neurologia e Medicina Riabilitativa, esperto di riabilitazione neurologica e neuropsicologica, disturbi del sonno e anti-invecchiamento. Consulente presso numerosi Centri di Riabilitazione, Direttore Scientifico e Co-Founder di BrainCare. Lecturer di NeuroScienze presso diversi Atenei.

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