Psicologia Olistica: la visione della medicina integrata

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Qual è il segno distintivo del mondo in cui stiamo vivendo?

In quanto psicoterapeuta mi sento di rispondere in tutta sincerità: il disagio psichico. Un problema che da sempre esiste ma ora emerge in tutta la sua potenza e varietà.

La pandemia ha contribuito a slatentizzare la sofferenza, a far sì che fosse necessario darle un nome e accettare che essa appartiene costitutivamente al nostro tempo, alla cosiddetta normalità.

L’ansia, il calo del tono dell’umore, la depressione, l’agitazione, il panico sono condizioni diffusissime nella nostra società: tuttavia, la società dei vincenti non ammette che si possa soffrire, perché soffrire è da perdenti, di soffrire ci si vergogna, della sofferenza bisogna disfarsi con ogni mezzo.

psicoterapeuta olistica e paziente

In realtà pensiamo che il disagio psichico contemporaneo ci racconti la natura più intima della nostra epoca, che sia legato allo spirito del tempo, ai disagi legati allo stile di vita, alle modificazioni della famiglia, a come ci alimentiamo, come viviamo il nostro corpo e a come ci relazioniamo con gli altri esseri viventi.

La sofferenza ha un senso dunque, è collegata alla fatica di vivere, al disagio di non corrispondere a molti stereotipi, al non riuscire a far accettare la nostra diversità.

Spesso la medicina convenzionale sa riconoscere solo il sintomo e per ogni sintomo propone una diagnosi, mentre per ogni diagnosi c’è una cura farmacologica; secondo questa visione il disagio psichico è effetto di cause biologiche, nasce da un cervello rotto, come se fosse un motore che non funziona e che deve essere riparato, e la cura è farmacologica: in realtà, lo psicofarmaco è solo uno fra gli strumenti di cui il terapeuta può disporre.

Infatti, la sofferenza va ascoltata, è necessario riconoscerlacomprenderla, sentire in cosa ci riguarda e non semplicemente cercare di sopprimerla.

L’approccio olistico in psicologia è uno strumento nuovo per affrontare tutto ciò deve essere adeguato alla dimensione complessa del sintomo psichico, dimensione che riguarda lo stato globale dell’individuo-paziente che soffre, che non dorme, che si sente inadeguato, che non si piace, che non riesce a sentirsi accettato per com’è.

Che cos’è la psicologia olistica

Una prospettiva che potremmo definire olistica è una psicologia del benessere globale, che vede la persona nella sua interezza e complessità. Olos significa infatti “globale”, omnicomprensivo.

In realtà questa definizione ingloba tutti gli approcci, compreso quello classico scientifico, e porta particolare attenzione agli aspetti psicologici, biografici e sociali della persona. In un certo senso si contrappone alla visione super specialistica e parcellizzata, che vede sempre e solo la malattia e mai la persona malata.

persona in meditazione all'aperto

In fondo, molti di noi nutrono una certa diffidenza nei confronti dei farmaci e dell’uso troppo disinvolto che ne viene fatto e riconosciamo il bisogno profondo di avere col medico un dialogo vero, un ascolto di qualità: essere accolti e guardati negli occhi.

Stare vicino a una persona che soffre significa ascoltare tutti i suoi messaggi, non solo quelli verbali.

La comunicazione passa attraverso vari livelli della nostra identità, di chi siamo veramente e il terapeuta dovrebbe poter valutare i segnali, i blocchi, gli ingorghi che il sistema mente-corpo manifesta.

Per lo psicologo olistico, cervello, intestino, respiro, cuore, postura parlano fra loro e comunicano all’esterno.

Ormai sappiamo che tutto il nostro corpo è intessuto di neuroni, come se in realtà il nostro cervello fosse distribuito ovunque, in questo senso le emozioni circolano continuamente e un flusso informazionale percorre il nostro SELF trasportando sensazioni e memorie. 

Il SELF è il sistema che ci contraddistingue, il concetto che sostituisce il vecchio IO, un insieme complesso che comprende gli aspetti psicologici, biologici, la relazione con l’ambiente e con gli altri, il cibo, la natura e tutti gli esseri viventi.

Non siamo una macchina di carne che ripariamo solo quando si rompe, né il cervello è la centralina che produce esclusivamente le emozioni e dirige e controlla il corpo.

Purtroppo questa visione materialista ha spesso contribuito a far saltare il ponte della comunicazione tra paziente e medico, poiché ne estromette tutte le componenti psicologiche ed emotive.

Cosa comprende la terapia olistica

La nuova visione olistica vede mente e corpo continuamente interconnessi: organi, apparati, emozioni, pensieri, memorie, dialogano continuamente fra loro e comunicano con l’esterno attraverso i punti nevralgici del nostro sistema.

uomo con dolori intestinali disteso sul divano

Il ruolo dell’intestino

Siamo abituati a considerare l’intestino come un tubo attraverso cui passa il cibo per essere selezionato e assorbito, una specie di nastro trasportatore: niente di più falso!

Il nostro intestino, che inizia nella bocca e termina con l’ano, è un sistema complesso le cui funzioni agiscono in tre importanti sistemi: endocrinoimmunitario nervoso

Una delle sue specificità è che ospita una ricchissima popolazione batterica, il microbiota, perché il nostro corpo non è autosufficiente e i microbi che lo abitano svolgono molteplici funzioni. 

Quello che mangiamo, quando mangiamo, quanto ci muoviamo, ha un impatto sul microbiota intestinale, in quanto incrementa la presenza di batteri buoni e aumenta la diversità microbica.

Cervello e intestino sono in continua comunicazione e ne abbiamo una prova nella relazione che possiamo osservare tra stress cronico e i disturbi funzionali del tratto gastrointestinale. Inoltre l’insieme di microrganismi nell’intestino influisce sulla funzione delle aree cerebrali coinvolte nelle emozioni, come fosse un fertilizzante che concima i neuroni.

Insomma, l’intestino è una specie di specchio che riflette l’intero stile di vita e che include non solo le abitudini nutrizionali ma anche l’atteggiamento nei confronti della vita, l’esercizio fisico, l’uso di medicinali e le condizioni ambientali. 

Per questo è stato dimostrato che si può agire sul benessere psicologico anche partendo dall’equilibrio intestinale

Il ruolo del cuore

Il cuore non è solo una pompa idraulica che spinge il sangue nel corpo. Anche questo è, infatti, un assunto del modello meccanicista del corpo come macchina.

In realtà, ora siamo in grado di riconoscere una base neurologica del pensiero del cuore: esso comunica col cervello sia attraverso impulsi nervosi, sia tramite ormoni come l’ossitocina, il cortisolo (l’ormone dello stress), attraverso onde di pressione, sia in modo elettromagnetico. 

persona che sente il proprio battito cardiaco sul polso

In pratica il cuore è il nostro più potente generatore di frequenze, quelle che informano il cervello, nonché tutte le altre cellule del nostro corpo, a proposito di come ci sentiamo.

I modelli ritmici dei battiti del cuore cambiano in modo significativo quando sperimentiamo emozioni diverse. Spesso le lunghe giornate di lavoro, gli impegni familiari, la moltitudine di doveri imposti dalla nostra società, il prefissarsi obiettivi troppo ambiziosi, possono generare un sovraccarico dei sistemi e in particolare del cuore, alterandone la frequenza. 

Ma ognuno di noi può ri-sincronizzare i propri sistemi corporei e raggiungere uno stato di coerenza cardiaca in cui il cuore mostri un modello ondulatorio sinusoidale. La frequenza respiratoria, la variabilità del ritmo cardiaco e le variazioni istantanee della pressione sanguigna sono coinvolti nel raggiungimento di un equilibrio.

ragazza che respira nella natura

Il ruolo del respiro

Il nostro respiro si adatta di continuo alla nostra esperienza, dal naso ai polmoni l’aria procede e porta a termine l’operazione di scambio gassoso tra ossigeno e sangue.

In un anno respiriamo oltre sette milioni di volte e ci sorprenderebbe conoscere la bassa percentuale di respiri di cui siamo consapevoli o che abbiamo volontariamente controllato.

Per la maggior parte il respirare è un processo automatico e non consapevole, in quanto controllato dal tronco encefalico, ma ciò nonostante respirare influisce anche sul nostro cervello. 

Le ricerche dimostrano che la respirazione è uno degli elementi che influisce sulla dinamica neuronale, per quanto riguarda emozioni, memoria e apprendimento.

L’influenza esercitata dalla respirazione sulla dinamica neuronale può essere modellata in maniera volontaria, cosa che trasforma il respiro nell’accesso più diretto e veloce al cervello.

Benessere olistico: curare il paziente, non la malattia

Questa breve carrellata ci dimostra come le relazioni tra la mente e il corpo siano ricche e complesse e questo, paradossalmente, semplifica la possibilità per tutti noi di intervenire sulla nostra salute fisica e psicologica, curando prima di tutto il paziente. 

donna che assume gocce di prodotti naturali

L’approccio terapeutico, anche quando interviene sul versante psicologico, dovrebbe essere il più possibile integrato, comprendere l’analisi dello stile di vita, il controllo di come funzionano i vari apparati (cuore, intestino, respiro, postura) e se il problema è funzionale, è auspicabile tentare prima di consigliare prodotti ecologici e a base di estratti vegetali, in modo da educare e accompagnare i pazienti verso un percorso di guarigione ed equilibrio.

Giovanna Rossi

Ginecologa e Psicoterapeuta

Affronta i disturbi psicosomatici legati alle problematiche uro-ginecologiche, nonché i disagi legati ai passaggi evolutivi della donna, secondo un approccio olistico e fitoterapico.

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