Qual è il segno distintivo del mondo in cui stiamo vivendo?
In quanto psicoterapeuta mi sento di rispondere in tutta sincerità: il disagio psichico. Un problema che da sempre esiste ma ora emerge in tutta la sua potenza e varietà.
La pandemia ha contribuito a slatentizzare la sofferenza, a far sì che fosse necessario darle un nome e accettare che essa appartiene costitutivamente al nostro tempo, alla cosiddetta normalità.
L’ansia, il calo del tono dell’umore, la depressione, l’agitazione, il panico sono condizioni diffusissime nella nostra società: tuttavia, la società dei vincenti non ammette che si possa soffrire, perché soffrire è da perdenti, di soffrire ci si vergogna, della sofferenza bisogna disfarsi con ogni mezzo.